Spesso molti maker si chiedono quale sia la colla migliore da usare sulle proprie stampe 3D. In questo articolo non testeremo, come al solito, dei materiali di stampa FDM ma prenderemo in esame tre tipologie di colle differenti al fine di capire quale utilizzare a seconda del prototipo che stiamo realizzando.
Le colle, del medesimo brand, che andremo a confrontare sono:
1. Colla epossidica bicomponente
2. Colla cianoacrilica monocomponente
3. Colla ai raggi UV
Operazioni di preparazione dei test
Come di consueto, abbiamo stampato in 3D un modello di test per effettuare le prove. La prima operazione da fare è levigare la superficie dove andremo ad applicare la colla, questa operazione aiuterà il modello ad accogliere il collante. Io ho usato un disco stampato in ASA sul quale ho applicato della carta vetrata, che faremo girare con l’ausilio di un Dremel., un sorta di “piccolo orbitale”.
Effettuata la levigatura, puliamo la superficie con dell’alcool al fine di rimuovere eventuali residui di lavorazione.

1. Applicazione colla epossidica
Cominciamo con la prima applicazione: versiamo su un recipiente la medesima quantità di componente (A + B) e mescoliamo accuratamente le parti fino a farle diventare un composto omogeneo. Effettuata questa operazione, applichiamo il composto e fermiamo tutto con una morsa.
2. Applicazione colla cianoacrilica
La seconda colla è un composto monocomponente, che rientra sotto la categoria dei cianoacrilati. In questo caso dobbiamo essere un pochino più rapidi in quanto la colla solidifica molto più velocemente (è consigliabile l’uso dei guanti).
Curiosità storica: questa colla nasce dalla mente di un chimico statunitense, Harry Coover, che voleva realizzare una pellicola trasparente per delle ottiche di mira militare. Una volta resosi conto che la pellicola era inadatta a tale scopo, rivalutò questa sostanza come collante, oggi usata e prodotta da moltissime aziende. (Fonte Wikipedia)
3. Applicazione colla UV
L’ ultima applicazione verrà effettuata con un collante che si attiva molto rapidamente (circa 5 -6 secondi) dopo una esposizione ai raggi UV prodotti da una piccola lampadina fornita in dotazione. Fino a che non verrà accesa la lampadina avremo tutto il tempo di posizionare i modelli.
Passati due giorni, in modo da essere sicuri che le colle avranno polimerizzato, cominciamo con il test in trazione.
Di seguito i risultati del test:


Ora effettuiamo un secondo test: questa volta il modello verrà sollecitato in modo differente e, per aiutarlo a non rompersi, disegneremo infatti due fazzoletti di rinforzo (freccia nera) che lo renderanno più resistente durante il test. La freccia rossa indica invece dove applicheremo la colla.
Stampati i modelli li levigheremo come la prima volta e, in questo caso, utilizzeremo la levigatrice Proxxon già usata i dei precedenti video.
Di seguito i risultati dei test:


Passiamo alle conclusioni: analogamente ai materiali di stampa 3D, anche in questo caso non esiste la colla perfetta per tutte le situazioni.
Partiamo dunque con la colla UV: possiamo dire che ha una sorprendente resistenza, ma se dobbiamo applicarla in punti dove non potremmo arrivare con la luce risulterà di difficile applicazione. La colla cianoacrilica potrebbe risultare più adatta, ma se dovessimo avere bisogno di più tempo per effettuare il posizionamento del modello potrebbe essere più utile utilizzare la colla epossidica.
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