Conservare i filamenti di stampa per evitare l’umidità

La stampa 3D nel mondo è ormai ricca di molteplici tipologie di materiali: si parte dal PLA, materiale principe dei maker, per passare a filamenti con caratteristiche di solubilità in acqua come il PVA, fino ad arrivare a filamenti con particolari peculiarità meccaniche come il nylon.

Molti di questi materiali, oltre ad avere caratteristiche tecniche performanti, sono accomunati in taluni casi anche da una forte igroscopicità. Di conseguenza, al fine di preservare la longevità del nostro filamento di stampa si rendono necessari determinati accorgimenti.

Cosa significa igroscopicità?

Partiamo proprio dalla parola igroscopicità, ovvero la capacità di una sostanza o di un materiale di assorbire molecole di acqua.

Se provassimo a porre uno di questi materiali all’interno di un ambiente particolarmente umido, lo stesso tenderebbe ad assorbire prontamente parte delle molecole di acqua presenti nell’aria. Attenzione però a non confondere igroscopicità con idrofilia che, al contrario, è la capacità di un materiale di assorbire acqua allo stato liquido. In alcuni casi si potrebbe avere un materiale fortemente igroscopico ma con scarse capacità idrofile come ad esempio la lana.

Cosa succede a un filamento umido?

I materiali con maggiori caratteristiche di igroscopicità sono: il PVA, il nylon, il PolySmooth ed alcuni tipi di PLA particolarmente puri. Ciò non toglie che è buona norma conservare tutti i materiali di stampa 3D in luoghi con temperatura stabile e privi di umidità.

Molti dei filamenti sopra elencati potrebbero modificare con il tempo le loro caratteristiche tecniche, come ad esempio perdita di rigidità, o in altri casi, come si può notare nella figura, potrebbe verificarsi un vero e proprio sgretolamento del filamento di stampa. Il PLA giallo in figura è stato tenuto volutamente esposto su un ripiano per circa un anno privo di un involucro protettivo. C’è da dire che questa tipologia di fenomeni è molto frequente nei PLA con sezione da 2,85 mm.

Altri filamenti all’apparenza potrebbero non presentare alcuna evidenza estetica, ma in fase di stampa potrebbero manifestarsi delle micro bolle di umidità che a contatto con il calore del nostro estrusore si espanderebbero e scoppierebbero deturpando la superficie del modello stampato. Tali bolle potrebbero portare anche ad un distaccamento del pezzo dal piano di stampa.

PLA rovinato
Polysmooth rovinato

Come conservare il filamento della stampante 3D?

Il metodo più rapido per preservare quanto più possibile il materiale di stampa è quello di avere l’accuratezza di riporre la bobina all’interno della scatola con cui ci è arrivato il filamento di stampa. Spesso all’interno della scatola è presente anche una busta in plastica contenente un sacchetto di silica gel che deve essere riutilizzato per contenere quanto più possibile il livello di umidità all’interno della busta con il filamento.

In altri casi, soprattutto per i materiali più igroscopici, potremmo servirci dell’ausilio di scatole adatte a mantenere un livello di umidità e temperatura stabili, un esempio è il PolyBox della ditta Polymaker. Questa particolare scatola è in grado di ospitare al proprio interno una bobina da 3 Kg o due da 1 Kg, dando allo stesso tempo la possibilità di usare il filamento grazie all’ausilio di un tubo all’interno del quale passa il filamento stesso.

Polysmooth rovinato

Best practices per la conservazione del filamento di stampa

Di seguito potrete trovare alcune delle best practices da osservare per una buona conservazione dei filamenti per la stampa 3D:

  1. Riporre sempre nella scatola la bobina dopo il suo utilizzo
  2. Inserire la bobina in una busta di plastica
  3. Introdurre all’interno della busta un sacchetto di silica gel
  4. Non tenere il filamento vicino a prodotti chimici aggressivi come sgrassanti vari, acidi ecc…
  5. Conservare la bobina in un luogo asciutto
  6. Evitare posti soggetti ad eccessivi sbalzi termici
  7. Evitare la luce diretta del sole